Vigna Corletta e Monte Santo.
Scriveva Don Umberto Trame nel suo libro “La Conca dell’Alpago nelle Dolomiti Orientali” (1932):
“…Borsoi s’adagia alla base della collina, presso il torrente Borsoia, che la strada oltrepassa con un ponte per seguitare da un lato ai piedi del colle Malolt e dall’altro presso fitti cespugli di vimini, cresciuti a rompere la monotonia e l’aridità delle ghiaie del torrente Boccolana, al di là delle quali si alza la ripida franosa pendice di Codenzano, trasformata dall’industre opera dell’agricoltore in un immenso vigneto, ch’egli circonda di amorose, diuturne cure e difende dalle insidie del terreno, perché la lunga esperienza lo ha ammaestrato che, se il sole sarà, nell’annata propizia, prodigo di calore e la bontà divina glielo preserverà dalle tempeste, sebbene a seicento metri d’altezza sul mare, gli fornirà un ottimo vino, che gli darà vigore dopo le fatiche dei campi e innaffierà il suo pasto frugale per gran parte dell’anno.”
L’Alpago costituisce il primo massiccio alpino delle Dolomiti quando si parte da Venezia per raggiungere la “Mecca delle Dolomiti”, cioè Cortina d’ Ampezzo. Sono montagne selvagge con abitanti ruvidi legati alla loro terra. Dal momento della nascita di Venezia l’Alpago è legato a questa città, non fosse altro che per le esigenze di pali di legno per la costruzione che dalla famosa “Foresta da Rema” della Serenissima Repubblica (il Cansiglio) scendevano lungo il fiume Piave.
Una famiglia Alpagota si è particolarmente distinta nel corso dei secoli per il suo impegno e il suo contributo al prestigio del Veneto: si tratta della Famiglia ZANON. Fra tanti altri, nel 1200 si attesta che un certo “Zanon dell’Alpago» contribuì alla difesa della Serenissima pagando una parte di un esercito per difendere Venezia contro l’attacco dei Normanni, dimostrando così il suo attaccamento a questa città e in quell’occasione fu iscritto nel libro d’argento delle famiglie veneziane.
Bartolomeo Zanon
celebre chimico nato a
Chies d’Alpago
(1792 – 1855)
Sante Zanon
che officiò come maestro di musica
alla Fénice nel ventesimo secolo
Bartolomeo Zanon
celebre chimico nato a
Chies d’Alpago
(1792 – 1855)
Sante Zanon
che officiò come maestro di musica
alla Fénice nel ventesimo secolo
Antonio Zanon
(1696-1770) famoso agronomo
e finanziere veneziano,
si è interessato alla coltivazione della vite
Katja Zanon
creatrice dell’Azienda Agricola Val de Pol,
ha deciso una decina d’anni fa
di affrontare la sfida del PINOT NOIR
sulla terra di Codenzano, feudo dei suoi antenati.
Antonio Zanon
(1696-1770) famoso agronomo
e finanziere veneziano,
si è interessato alla coltivazione della vite
Katja Zanon
creatrice dell’Azienda Agricola Val de Pol,
ha deciso una decina d’anni fa
di affrontare la sfida del PINOT NOIR
sulla terra di Codenzano, feudo dei suoi antenati.
Antonio Zanon (1696-1770) si è interessato alla coltivazione della vite andando a cercare in Borgogna un know-how che riteneva notevole nella valorizzazione dei vini rossi.
Aveva notato, fin da quel momento, che i vini della Borgogna, pur provenienti dal difficilissimo ed esigente PINOT NOIR, erano molto ben valorizzati sul piano internazionale. Questa regione anche se settentrionale non aveva pari nella coltivazione e la vinificazione dei vitigni pinot nero.
Il know-how è stato ereditato dai monaci cistercensi e mantenuto, anche migliorato da allora, dagli enologi Bourguignon.
Antonio Zanon era andato a fare “spionaggio industriale” per cercare di far evolvere il lavoro dei rossi in Venezia però gli mancava l’esperienza della vinificazione de questi pinot Noir.
Lorenzo Zanon, cugino di Katja, figlio di Sebastiano e Anna Zanon, entrambi nati a Codenzano nel 1916 ed emigrati in Francia, non solo è andato a spiare i Borgognoni, ma è nato sulla terra coltivata dai monaci cistercensi e fin da piccolo si è, per così dire, bagnato nel succo dell’uva Pinot Noir.
Laureato in enologia dopo cinque anni di studi nella l’Università della Borgogna e ricco di competenze nel campo della vinificazione e dell’allevamento del pinot nero da quasi quarant’anni, Lorenzo porta l’indispensabile know-how che coniuga l’energia e l’entusiasmo di Katja e Gianluca permettendo di produrre uno dei migliori Pinot Noir del mondo, perpetuando così la tradizione viticola di Codenzano e rendendo omaggio ai loro antenati.
Già le prime vinificazioni hanno rivelato, a dire degli specialisti ( Jean Michel Menant e Franck Thomas) dei terreni e un microclima eccezionali per i CRU Pinot Noir MONTE SANTO E VIGNA CORLETTA.